Masticazione 2
Quante volte abbiamo sentito la frase "la prima digestione avviene in bocca"? Sebbene si capisca l'importanza di una corretta masticazione e digestione degli alimenti non si riesce, per vari motivi, tutti poco condivisibili, a rispettare quella che dovrebbe essere una regola basilare per la salute.Innanzitutto, non è così scontato spiegare cosa vuol dire "digerire".
Questa parola viene solitamente confusa con "assimilare", che è il passaggio metabolico successivo, quello in cui il nutrimento viene assorbito dai villi intestinali per essere assorbito nel circolo sanguigno, o, addirittura, viene inteso come sensazione di svuotamento dello stomaco, magari accompagnato da un ruttino.
Digerire, in realtà, è il processo di sminuzzamento , cioè della riduzione del cibo ai minimi termini, vale a dire i singoli nutrienti: carboidrati, aminoacidi, grassi, vitamine, sali minerali, ecc.
Questo processo nel nostro organismo si svolge in bocca, nello stomaco e nella prima parte dell'intestino tenue oltre che, per opera dei microrganismi commensali, nel colon. Chiaramente se saltiamo il primo passaggio, tutto il processo rallenta e rimane incompleto soprattutto per quanto riguarda gli alimenti che sono avvolti da una buccia come i legumi, i semi in generale e la maggior parte della frutta e della verdura che hanno componenti che i nostri enzimi non riescono a sciogliere e che chiamiamo "fibre".
È un peccato avere una buona dentatura che magari ci è costato fatica per tenerla in ordine e non usarla.
Una buona masticazione, tra l'altro, rinforza la struttura che sostiene il dente, cioè il parodonto, irrobustendo tendini, ossa e migliorando la circolazione locale. Si preverrebbe in questo modo la parodontite, piaga dei nostri tempi, responsabile, oltre che della caduta anticipata del dente, anche di infezioni che possono avere severe ripercussioni sull'intero apparato cardiovascolare e su altri organi.
La dentatura umana non ha eguali nel mondo animale ed è perfetta per tagliare e macinare ogni cibo riducendolo, mediante la salivazione, ad una poltiglia facile da inghiottire è già praticamente digerita, con conseguente minimo stazionamento nello stomaco.
Ciò evita una quantità di disturbi gastrici come l'iperacidità, il senso di gonfiore, i crampi e il reflusso gastro-esofageo.
Il particolare interessante è che l'uomo è l'unico tra i mammiferi che riesce a far scivolare la mandibola permettendo uno slittamento dei molari inferiori su quelli superiori in tutte le direzioni. Sembra poco ma, in effetti, così riusciamo a produrre un movimento a macina utilissimo per frantumare le bucce e le fibre in generale oltre a nutrirci dei semi le cui cuticole esterne, inattaccabili dagli enzimi, non ci permetterebbero di fruire dei preziosi nutrienti che contengono. Purtroppo il mercato fornisce cibi teneri che non hanno bisogno quasi di essere masticati ma vengono ingurgitati velocemente senza potere essere elaborati dagli enzimi presenti nella saliva.
L'importanza della saliva con tutti i suoi componenti sarà il tema di un altro articolo.
Per una miglior qualità della vita, perciò, inseriamo nei nostri pasti frutta fresca, cereali integrali, semi non tostati e cerchiamo di variare la dieta per avere a disposizione il maggior numero di nutrienti protettivi.
Questa parola viene solitamente confusa con "assimilare", che è il passaggio metabolico successivo, quello in cui il nutrimento viene assorbito dai villi intestinali per essere assorbito nel circolo sanguigno, o, addirittura, viene inteso come sensazione di svuotamento dello stomaco, magari accompagnato da un ruttino.
Digerire, in realtà, è il processo di sminuzzamento , cioè della riduzione del cibo ai minimi termini, vale a dire i singoli nutrienti: carboidrati, aminoacidi, grassi, vitamine, sali minerali, ecc.
Questo processo nel nostro organismo si svolge in bocca, nello stomaco e nella prima parte dell'intestino tenue oltre che, per opera dei microrganismi commensali, nel colon. Chiaramente se saltiamo il primo passaggio, tutto il processo rallenta e rimane incompleto soprattutto per quanto riguarda gli alimenti che sono avvolti da una buccia come i legumi, i semi in generale e la maggior parte della frutta e della verdura che hanno componenti che i nostri enzimi non riescono a sciogliere e che chiamiamo "fibre".
È un peccato avere una buona dentatura che magari ci è costato fatica per tenerla in ordine e non usarla.
Una buona masticazione, tra l'altro, rinforza la struttura che sostiene il dente, cioè il parodonto, irrobustendo tendini, ossa e migliorando la circolazione locale. Si preverrebbe in questo modo la parodontite, piaga dei nostri tempi, responsabile, oltre che della caduta anticipata del dente, anche di infezioni che possono avere severe ripercussioni sull'intero apparato cardiovascolare e su altri organi.
La dentatura umana non ha eguali nel mondo animale ed è perfetta per tagliare e macinare ogni cibo riducendolo, mediante la salivazione, ad una poltiglia facile da inghiottire è già praticamente digerita, con conseguente minimo stazionamento nello stomaco.
Ciò evita una quantità di disturbi gastrici come l'iperacidità, il senso di gonfiore, i crampi e il reflusso gastro-esofageo.
Il particolare interessante è che l'uomo è l'unico tra i mammiferi che riesce a far scivolare la mandibola permettendo uno slittamento dei molari inferiori su quelli superiori in tutte le direzioni. Sembra poco ma, in effetti, così riusciamo a produrre un movimento a macina utilissimo per frantumare le bucce e le fibre in generale oltre a nutrirci dei semi le cui cuticole esterne, inattaccabili dagli enzimi, non ci permetterebbero di fruire dei preziosi nutrienti che contengono. Purtroppo il mercato fornisce cibi teneri che non hanno bisogno quasi di essere masticati ma vengono ingurgitati velocemente senza potere essere elaborati dagli enzimi presenti nella saliva.
L'importanza della saliva con tutti i suoi componenti sarà il tema di un altro articolo.
Per una miglior qualità della vita, perciò, inseriamo nei nostri pasti frutta fresca, cereali integrali, semi non tostati e cerchiamo di variare la dieta per avere a disposizione il maggior numero di nutrienti protettivi.