A chi affidarsi per eseguire un'Idrocolonterapia?
- l'ICT deve essere sempre preceduta da una visita medica che accerti le indicazioni alla terapia e le eventuali controindicazioni. Inoltre è corretto avere almeno un colloquio con il medico dopo aver effettuato il ciclo di
terapie, qualora dell'ICT se ne sia occupato un collaboratore. Ciò serve a definire il risultato delle terapie ed avere un consiglio sul proseguo eventuale delle cure. - L'operatore deve rimanere per tutta la durata della seduta insieme al pazienteNon è ammissibile in alcun modo che l'intervento dell'operatore si limiti ad inserire e togliere la specula, lasciando al paziente il compito di regolare autonomamente l'entrata e l'uscita dell'acqua. Purtroppo ciò accade perchè alcuni apparecchi sono dotati di comando remoto, il quale deve servire soltanto per la comodità d'azione dell'operatore.
- Il compito dell'operatore è anche e soprattutto, quello di monitorare con le mani sul ventre del paziente il deflusso interno dell'acqua e di favorire con gesti precisi l'evacuazione del materiale senza condizionare negativamente la
terapia. - Non sempre la decisione di aprire lo scarico per far defluire il contenuto del colon è lasciata al paziente in base alle sue
sensazioni, ma è una scelta tecnica dell'operatore che valuta il momento più idoneo per il buon andamento della terapia. - La terapia nella stragrande maggioranza dei casi non è dolorosa, ma solo fastidiosa in alcuni momenti. In pochi casi la dolorabilità di alcuni tratti deve essere prevista e motivata e vanno prese le necessarie precauzioni
per risolvere il problema. - Il paziente può parlare e chiedere informazioni circa l'andamento della terapia e l'operatore è tenuto a dare risposte puntuali e precise.
- La pulizia degli ambienti deve essere assoluta e ci si deve assicurare che il materiale usato sia monouso.
Possiamo giudicare da questi pochi elementi se siamo capitati "nel posto giusto":
La pratica dell'Idrocolonterapia (ICT), eseguita con gli strumenti attualmente in uso, risale a circa una quarantina d'anni fa.
Nel nostro paese se ne è iniziato a parlare negli anni ottanta ma, una vera diffusione della terapia sta avvenendo soltanto in questi ultimi anni.
L'Italia ha il merito di aver collocato l'ICT nell'ambito che le compete cioè quello delle cure mediche, stabilendo che
l'operatore debba essere quanto meno un professionista, medico o infermiere professionale. Tuttavia ciò non garantisce che questi abbia acquisito conoscenze tecniche specifiche.
All'estero la terapia è sicuramente praticata molto più che in Italia ma la sua diffusione è avvenuta nell'ambiente delle cure alternative, area frequentata da operatori che possono praticare pur non possedendo i requisiti professionali a causa, forse, di una legislazione più permissiva.
Data la larga diffusione dell'irrigazione intestinale a livello mondiale, è comprensibile come la maggior parte delle informazioni che ci giungono, soprattutto tramite il web, non siano controllate e siano poco attendibili dal punto di vista
scientifico. Pertanto, dal momento che pochi in Italia si sono occupati di ICT in maniera scientifica, anche gli operatori nostrani, nonostante posseggano la professionalità, sono condizionati da notizie generiche e fuorvianti. La conseguenza è che se l'approccio è superficiale e la tecnica è approssimativa la terapia non può risultare efficace.
Ciò che si ricava dall'analisi dei media è che l'ICT viene intesa come un semplice lavaggio intestinale necessario a rimuovere delle incrostazioni risiedenti nel colon da parecchi anni. Quindi si può immaginare come qualcosa di più sofisticato di un clistere.
Ebbene, l'ICT non è soltanto un semplice lavaggio, ma è anche un esame diagnostico della funzionalità del colon. Non è la
pulizia di un tubo rigido, ma è il mezzo che ci serve per capire le cause del suo malfunzionamento allo scopo di riabilitare delle sue normali funzioni.
Per portare a termine correttamente una seduta di ICT sono necessarie tecnica, manualità, conoscenza dell'anatomia e fisiologia del colon ed esperienza.
Spesso nemmeno un medico o un paramedico si rendono conto della variabilità di situazioni che si possono presentare, così
che, semplicemente raggiungere l'intestino cieco, con il carico d'acqua, può essere un'impresa.
E parliamo di uno dei requisiti tecnici minimi da conseguire per essere sicuri di aver completato la terapia.
Il colon è un organo complesso che produce riflessi e adattamenti indipendenti ma, esistendo delle vie nervose di
comunicazione con il cervello, viene spesso condizionato da messaggi che provengono dalle aree cerebrali sedi delle emozioni.
Quindi ogni terapia è una piccola “scoperta” che deve essere portata a termine tenendo conto di numerosi fattori tecnici come la lunghezza e la tortuosità del colon, della caratteristiche delle feci in esso contenute e della “suscettibilità” nervosa dell'organo, il quale risente anche delle manovre scorrette dell'operatore che può, egli stesso, complicare un quadro già di per sé intricato.
Un operatore di ICT può acquisire una buona tecnica se ha seguito un corso specifico teorico e, soprattutto, pratico e dopo
avere al suo attivo almeno un centinaio di terapie.
Attualmente gli elenchi degli operatori di ICT che si trovano sul web sono ricavati dalle liste dei clienti di aziende fornitrici degli apparecchi per ICT oppure sono elenchi di associazioni che promuovono l'ICT ma che non garantiscono l'effettiva preparazione dell'operatore. Inoltre si può contattare lo studio del dottor Tal dei Tali ma, l'incaricato ad eseguire la terapia può essere un dipendente dello studio senza particolare addestramento.
Diventa perciò complicato per il paziente che desideri mettersi in mani fidate, valutare la professionalità e la completezza
del servizio.
conclusioni...
Per concludere, direi che l'ICT è molto vecchia relativamente ai principi che la ispirano ma è giovane, dal punto di vista tecnico come terapia, intesa come intervento medico curativo. Il mondo scientifico è ancora diviso sull'argomento ed è necessaria molta esperienza per valutarne gli effettivi benefici.
Nel momento in cui si giungesse ad un unico sistema codificato, ed alcune associazioni mediche ci stanno lavorando, sarebbe auspicabile che si costituisca anche un vero e proprio Albo degli operatori di ICT che permetta al paziente di orientare con sicurezza la sua scelta verso un serio professionista.
Nel momento in cui si giungesse ad un unico sistema codificato, ed alcune associazioni mediche ci stanno lavorando, sarebbe auspicabile che si costituisca anche un vero e proprio Albo degli operatori di ICT che permetta al paziente di orientare con sicurezza la sua scelta verso un serio professionista.